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Gli stupri, i romeni e le statistiche: una polemica

La lettera di un lettore romeno e la risposta di Beppe Severgnini. Un gruppo di giornalisti e attivisti scrive a Severgnini per fargli notare l'uso errato delle statistiche giudiziarie. La breve replica e l'ulteriore richiesta di spiegazioni. Un insieme di documenti che invitano alla riflessione
8 marzo 2009

La lettera di un lettore e la risposta di Beppe Severgnini

Ieri meridionali, oggi romeni. Domani?

Egr. sig. Beppe Severgnini, lunedì sera, visto a una televisione romena il film italiano"Amore di fratello". Dramma degli siciliani, andavano per lavoro in Torino. Gli torinesi avere case per affitto, ma e' stato scritta alla porta "Per affitto, VIETATO per gli meridionali". Da anni e' questo problema entro Nord e Sud. Ma di quali italiani parliamo?

Perché gli italiani non tollerano altri italiani? Gente diversa e specialmente con dialetti che non capito gli altri, lombardi, romagnoli, toscani, siciliani, calabresi, sardi etc. A noi, in Romania, essere una lingua unita, romeni 87% e minoranze ungheresi 6%, zingari 6%, altri 1%. Voglio dire che problema per parte di gente nell'Italia, l'altro ieri e' stato siciliani, ieri albanesi, oggi romeni, e domani? Con stima, da artista e storico romeno

Claudiu Victor Gheorghiou, claudistu@yahoo.com

Giornali Buongiorno Claudiu.
Argomento attualissimo e delicatissimo (stavolta i superlativi sono opportuni). Immagino che ne parlerò molto, la prossima settimana, a Bucarest, Sofia e Belgrado (giorni, orari e indirizzi degli incontri su www.beppesevergnini.com ).

E' interessante che la televisione romena trasmetta film sull'immigrazione italiana da sud a nord (Torino, Milano), negli anni '60. Coincide con un'altra informazione che mi ha sorpreso: pare che gli studenti dell'università di Bucarest - dove andrò lunedi 9 marzo - abbiano preparato per me domande proprio su questo tema. E' evidente che in Romania vedete un'analogia tra quel fenomeno e l'attuale emigrazione romena in Italia.

Vediamo. Esiste? Direi di sì, ma come tutte le analogie va presa con cautela. Innanzitutto, le differenze culturali, allora, erano intranazionali; oggi sono internazionali, perciò più complesse e profonde (non solo per questioni di lingua). In secondo luogo l'emigrazione verso le città industriali del nord Italia, negli anni '60, rispondeva a una necessità di manodopera in tempi di boom economico. Oggi siamo in piena recessione, con problemi di occupazione e di concorrenza tra poveri.

Certo: l'atteggiamento sospettoso verso il diverso esisteva, ed esiste (non solo in Italia, come sai). Il collegamento più pericoloso è quello tra immigrazione e criminalità. Esisteva anche negli anni '60, sebbene in misura minore; e generava sospetto e diffidenza, quando non era razzismo. Tu non sai, Claudiu, quanto abbiano sofferto, per questo, milioni di italiani onesti, per il solo fatto che venivano dal sud e vivevano al nord.

Oggi in Italia esiste un atteggiamento del genere verso i romeni e gli altri nuovi arrivati? Purtroppo sì, negarlo è inutile. Anzi, esiste in maniera ben più marcata, rispetto agli anni '60: perché i nuovi arrivati sono stranieri e vengono percepiti come "ospiti ingrati"; e per il tipo di reati che commettono.
Prendiamo le violenze sessuali, crimini odiosi (quindi clamorosi e mediatici). Fino a un paio di anni fa (dato Istat http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_10/stupri_stranieri_istat_17ce1b8e-a70e-11dc-a6a3-0003ba99c53b.shtml) il 90% dei responsabili era italiano (quasi sempre si trattava di familiari o conoscenti).
Oggi quella percentuale è scesa al 60% (dato ministero interno, Corriere 25.2.09, vedi anche http://www.leggo.it/articolo.php?id=15582). Vuol dire che il 40% delle violenze sessuali viene commesso dal 6,5 % della popolazione - tanti sono gli stranieri in Italia, 4 milioni su 60 milioni (http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/cronaca/istat-popolazione/istat-popolazione/istat-popolazione.html).

Nelle grandi città (Roma, Milano, Bologna) la percentuale addirittura si inverte: il 60% delle violenze sessuali è opera di stranieri, il 40% di italiani. Tra gli stranieri - mi dispiace ricordarlo, ma di certo lo sai - i romeni guidano la graduatoria: 8% su scala nazionale, 24% a Roma, 11 % a Milano e Bologna (pur essendo 772mila, pari all'1,3 % della popolazione residente).

Aggiungo, per onestà: quando la vittima è straniera e il colpevole italiano - penso allo stupro, ma anche agli omicidi provocati dalla guida in stato ebbrezza - la reazione collettiva è inferiore. E qui noi dei media dovremmo farci un esame di coscienza.

Bisogna partire da tutte le cose che ho scritto finora, Claudiu, per affrontare il problema. Cercando di capire perché accade, cercando collaborazione (le nostre rispettive polizie lo stanno facendo), trovando insieme rimedi (compresa la certezza della pena e la rapidità di esplusione). Altrimenti le conseguenze, in termini di atteggiamento (nostro) e reputazione (vostra) ci saranno: e nessuna protesta ufficiale o prudenza diplomatica potrà evitarlo.

Milioni di italo-americani hanno pagato - e in piccola parte continuano a pagare - per le malafatte della mafia negli USA, in passato. Si chiama reputazione, e fingere che non esista - come fanno gli americani, sul tema sempre "politicamente corretti" - è inutile. Oltretutto ci sono forze politiche che su queste cose ci marciano, con ferocia e cinismo - in Italia, in materia, non abbiamo ancora visto niente....
Bene, questo è quanto - per ora. Vorrei continuare a parlarne a Bucarest. Vieni anche tu a trovarmi (Lunedì 9 marzo ore 10.00: "Nella testa degli italiani", incontro con gli studenti e i docenti dell'Università di Bucarest, Cattedra di Italiano, Facoltà di Lingue Straniere).

Beppe Severgnini

La lettera inviata da alcuni giornalisti e attivisti a Beppe Severgnini

Giornali Leggiamo con qualche costernazione, sul "Corriere.it" (Posta di Severgnini - le lettere della settimana - martedì 3 marzo): "Fino a un paio di anni fa il 90% dei responsabili (delle violenze sessuali) era italiano ..... Oggi quella percentuale è scesa al 60% . Vuol dire che il 40% delle violenze sessuali viene commesso dal 6,5 % della popolazione - tanti sono gli stranieri in Italia, 4 milioni su 60 milioni".

Non è affatto così, anche se la "fonte" citata da Severgnini (un giornale gratuito distribuito nelle grandi città) può indurre nell'errore. Nel caso dei dati 2007, si tratta di una stima Istat, molto credibile. Invece, per quanto riguarda i dati 2008, si tratta non di violenze compiute, ma di violenze sessuali denunciate, circa 4500, pochissime rispetto a quelle compiute. I presunti autori denunciati sono stati 8845, di cui circa 3450 non hanno la cittadinanza italiana.

Scambiare gli stupri compiuti con quelli denunciati porta a distorsioni enormi, perchè si tratta purtroppo di una percentuale bassissima rispetto al totale (valutabili tra il 5% e il 10% del totale, se si seguono le stime di una ricerca svolta dall'Istat). Su una cifra così bassa influiscono vari fattori, tra cui le scarsissime denunce da parte delle vittime e le attività investigative.

Non solo la violenza tra le mura di casa o compiute da conoscenti è enormemente più diffusa, ma essa viene denunciata molto raramente: questo influisce su cifre che bisognerebbe accompagnare con maggiore senso di responsabilità e attenzione, per evitare non solo di contribuire alle ondate di panico morale in chiave di razzismo (in particolare, antiromeno), ma anche di celare i termini del gravissimo tema della violenza alle donne (circa un milione di casi l'anno, secondo l'ISTAT), distorcendolo e rendendolo irriconoscibile.

Per darne una sola idea: la percentuale degli stupri subiti da uno sconosciuto è stimata del 6% circa, preceduta dalle percentuali dovute ad ex-partner, partner, amici ecc..-

Firmatari:
Giuseppe Faso, Centro Interculturale Empolese - Valdelsa
Udo C Enwereuzor, COSPE - RAXEN NFP Italy
Anna Meli, COSPE - Responsabile media e immigrazione
Viorica Nechifor, giornalista romena
Filippo Miraglia, resp. Naz. Immigrazione, ARCI
Carlo Sorrentino, Università di Firenze, corso di laurea Media e Giornalismo
Luciano Scagliotti, ENAR Italia
Maria Immacolata Macioti, docente sociologia, "La Sapienza", Roma
Cristiano Lucchi, giornalista
Piero Colacicchi, Associazione OsservAzione Firenze
Lorenzo Guadagnucci, giornalista
Zenone Sovilla, giornalista
Mihai Mircea Butcovan, giornalista e scrittore romeno
Beatrice Montini, giornalista
Aurelia Mirita, Presidente Associazione Promozione sociale e culturale Italo Romena Fratia
Horia Corneliu Cicortas, presidente FIRI
Sorin Cehan, direttore "Gazeta romaneasca"
Simona C. Farcas - imprenditrice, Presidente Associazione Italia Romania Futuro Insieme
Carlo Gubitosa, Peacelink
Crina Suceveanu, presidente associazione "Nicolae Balcescu", Cefalù(Pa)
Fabrizio Casavola - redattore di Mahalla
Associazione Afroitaliani/e

La breve replica di Severgnini, rivenuta da alcuni firmatari tramite il direttore del Corriere.it


La fonte non è "un giornale gratuito distribuito nelle grandi città" bensì il MInistero dell'Interno, citato dal "Corriere della Sera" del 25 febbraio e da molti altri organi di informazione (tra cui anche la free press, che c'è di male?). Questo era scritto chiaramente nella mia risposta (http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-03-03/01.spm). Risposta che è stata apprezzata anche in Romania, dove sto per andare.

 

L'ulteriore richiesta dei firmatari a Beppe Severgnini

Egregio Severgnini,
Ci spiace che Lei abbia frainteso la nostra osservazione. Il Ministero non parla di "violenze sessuali commesse", ma di denunce e di denunciati, quando indica che il 40% circa non è di cittadinanza italiana.

Lei (Come "Leggo", a cui Lei stesso rimanda) parla di violenze "commesse", e si tratta di una deformazione non di poco conto. Le donne che hanno subito violenza sessuale sono purtroppo (stima ISTAT) circa 20 volte rispetto a quelle poche che denunciano. Ci sembra che confondere i due dati porti a disinformazione e danneggi innanzi tutto le donne, vittime di tali reati.

Le spiace rispondere a questa nostra osservazione? Grazie

 

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