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Questo sito e' un contenitore di materiale vario senza nessuna organizzazione logica. L'artigiano di questa fabbrica di parole e' Carlo Gubitosa: scrittore compulsivo, sedicente ingegnere, appassionato di cause perse e tecnofilo cronico.

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La mia terra la difendo

La mia terra la difendo
Un ragazzo, una protesta, una scelta di vita

La mia terra la difendo

La rabbia e la speranza di un ragazzo che amava la sua terra. La storia di Giuseppe, il ventenne di Campobello di Licata che ha affrontato "il pregiudicato Sgarbi" con una telecamera, due amici e un pacco di volantini.
Carlo Gubitosa

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12 febbraio 2011 - Carlo Gubitosa

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Perche' non mi piacciono le condizioni di uso di Facebook

11 settembre 2008

Dopo aver resistito all'ondata di Twitter, Flickr, Minkier e altre applicazioni web succhiatempo ho cominciato a usare Facebook a causa dell'enorme quantita' di inviti ricevuti, e con la curiosita' di ritrovare in rete qualche amicizia impolverata dai miei molteplici traslochi e cambi di domicilio, citta' e continente.

Il mio approccio alla scrittura elettronica puo' definirsi "altamente conservativo e paranoico": non solo conservo copia di tutte le fesserie scritte e ricevute dalla meta' degli anni 90, quando si comunicava ancora sulle BBS e internet era un lusso per pochi, ma non dormo tranquillo se tutta questa mole di dati non e' conservata in piu' hard disk, di cui uno collocato in un luogo diverso da casa mia.

Per questa ragione ho cominciato a sentirmi inquieto man mano che su Facebook depositavo scritti, messaggi diretti ad amici ma non salvati nella posta elettronica, e ogni altro genere di traccia elettronica che potrebbe andar persa come le "lacrime nella pioggia" dei replicanti di Ridley Scott e Philip Dick.

Mentre cercavo il modo di esportare in formati standard (csv, txt o vcf) i miei contatti Facebook (a proposito, se qualcuno sa come si fa me lo dica) mi sono imbattuto nei termini di utilizzo del servizio, che mi hanno sinceramente inquietato.

Ecco le ragioni per cui non mi piacciono le regole dettate da Facebook a questo indirizzo:

http://www.facebook.com/terms.php

1) Possono cambiare le carte in tavola senza avvertirti, e se continui a usare il servizio questo viene considerato come una accettazione implicita delle nuove regole che magari non hai letto. Quindi e' come se le regole non ci fossero: io mica posso passare la vita a controllare tutti i giorni se Facebook ha messo una condizione che li autorizza a usare le mie foto come cacchio gli pare, o a passare i miei dati ad altre persone.

"We reserve the right, at our sole discretion, to change, modify, add, or delete portions of these Terms of Use at any time without further notice [...] Your continued use of the Service or the Site after any such changes constitutes your acceptance of the new Terms of Use. [...] It is your responsibility to regularly check the Site to determine if there have been changes to these Terms of Use and to review such changes".

Ma con tutti gli ingegneri strapagati che hanno, che cacchio gli costa aggiungere tra le mille notifiche che mi arrivano anche quelle che indicano una modifica dei termini di servizio? Hmmm... cominciamo male...

2) Facebook fa discriminazione in base al censo. Mi spiego: se hai meno di 13 anni non puoi usare il servizio, se ne hai piu' di 13 ma meno di 18 lo puoi usare SOLO SE FREQUENTI UNA SCUOLA SUPERIORE !!! In Italia l'obbligo scolastico arriva fino a 16 anni (a quanto mi risulta la banda del nano non l'ha ancora ridotto) e quindi il ragazzo di Catania mandato dai genitori a fare il commesso del bar per portare a casa dei ricchi quelle buonissime granite di mandorla non ha il diritto di cercare amici in rete come fa il suo coetaneo che ha avuto la fortuna di poter studiare per un diploma.

"This Site is intended solely for users who are thirteen (13) years of age or older, and users of the Site under 18 who are currently in high school or college. Any registration by, use of or access to the Site by anyone under 13, or by anyone who is under 18 and not in high school or college, is unauthorized, unlicensed and in violation of these Terms of Use".

3) Tutto quello che scrivo mi viene espropriato: "all rights reserved"

Ha ragione Berlusconi: il mondo e' ancora invaso dai comunisti! Per scoprirlo basta leggere le regole di "esproprio proletario" applicate da Facebook, che in questo caso diventano un vero e proprio "esproprio tecnocratico". Ma ora con i computer si puo' fare roba che i regimi totalitari nemmeno si sognavano: pensate al regime Mussolini che frega i diritti d'autore a Gramsci perche' le lettere anziche' scriverle dal carcere le ha scritte in rete. La coscienza mi obbliga ad avvertire i miei amici che frequentano "Faccialibro": attenti ragazzi! Tutto quello che scriviamo viene automaticamente marchiato dal copyright come le vacche rubate dai razziatori di bestiame, e i detentori dei diritti sulle nostre parole non siamo noi.

"All content on the Site and available through the Service, including designs, text, graphics, pictures, video, information, applications, software, music, sound and other files, and their selection and arrangement (the "Site Content"), are the proprietary property of the Company, its users or its licensors with all rights reserved".

4) Se parlo male di qualcuno (anche a ragion veduta) sono affari miei.

Se cio' che scrivo ha un valore commerciale, Facebook gli mette il marchio "all rights reserved", ma se ci sono grane causate dal libero esercizio della liberta' di espressione tutte le rogne ricadono sull'utente. Ad esempio, se creo su Facebook un gruppo chiamato "Denunciamo l'occupazione abusiva di Retequattro da parte di Emilio Fede e dell'azienda Mediaset" (oh Emilio, e' solo un esempio eh? Di' a Confalonieri di tenere buoni gli avvocati...) e questa azione viene percepita come diffamatoria, allora Facebook diventa faccia di bronzo e dice che non c'entra niente con quei contenuti sui quali fino a un minuto prima si riservava tutti i diritti.

C'e' poi da discutere sul fatto che Facebook chiede espressamente ai propri utenti di "garantire" che non verranno trasmessi materiali "illegali". Ma chi e' che decide che cosa e' illegale in rete? L'Onu? Gli alieni? Dio? Nel caso in cui sia vera la terza ipotesi, e il team di pubbliche relazioni di Dio decidesse di fare le pulci a Facebook, cosa accadrebbe se a qualche utente scappa dalle mani o dalla tastiera un bestemmione, una semplice opinione contraria alle teocrazie, una professione di ateismo o un invito a disertare gli eserciti? Tutte le attivita' elencate finora potenziali cause di carcerazione o di condanna a morte nei paesi in cui le leggi sono improntate al fondamentalismo religioso.

Il principio di non responsabilita' dei fornitori di servizi internet e' un concetto ampiamente condivisibile: non si possono incolpare le poste per i pacchi bomba. Ma allora se vale il principio di non responsabilita' deve valere anche il principio di non appropriazione dei diritti sul materiale "legale", e dev'essere chiaro agli utenti che l'esprezzione di concetti non "politically correct" e la creazione di gruppi telematici a carattere politico e/o giornalistico puo' essere sconsigliabile in alcuni ambiti (come Facebook) e raccomandata in altri (ad esempio associazioni come PeaceLink che hanno sempre tutelato i propri utenti/redattori/attivisti da eventuali ritorsioni per la pubblicazione di contenuti scomodi, anche quando e' stato necessario pagare degli avvocati).

"You represent, warrant and agree that no materials of any kind submitted through your account or otherwise posted, transmitted, or shared by you on or through the Service will violate or infringe upon the rights of any third party [...] or contain libelous, defamatory or otherwise unlawful material".

5) Su Facebook non puoi far vedere quello che succede in giro

Tutti ricordiamo il video angosciante del 1991 che ha inchiodato alle loro responsabilita' i poliziotti statunitensi colpevoli del pestaggio arbitrario di Rodney King: ebbene, se quel materiale fosse stato ripreso oggi, la sua condivisione nella sezione "video" Facebook sarebbe una violazione dei termini del servizio. Le uniche riprese che possono essere condivise su questo servizio, infatti, sono quelle dove a riprendere o ad essere ripreso sei tu, o i tuoi amici, e l'unica concessione riguarda le "animazioni" o i "lavori artistici" originali, ma guai a condividere un video originale preso per strada che ritrae uno sconosciuto ma che ha un indubbio valore di cronaca.

"you agree not to use the Service or the Site to [...] upload, post, transmit, share, store or otherwise make available any videos other than those of a personal nature that: (i) are of you or your friends, (ii) are taken by you or your friends, or (iii) are original art or animation created by you or your friends"

6) Su Facebook non si puo' sapere che cosa e' proibito e cosa no

Al di la' di tutti i divieti piu' o meno espliciti, l'ultimo criterio per decidere se qualcosa va bene oppure no e' "il giudizio della compagnia", che puo' rimuovere contenuti sui quali ha qualcosa da obiettare o che semplicemente danneggiano la compagnia. Insomma, alla fine decidono loro cosa da fastidio e cosa no. Non so se il link che ho lasciato su facebook per segnalare questo articolo puo' essere considerato come una violazione dei termini del servizio. Sta di fatto che se l'immagine di Facebook e' stata danneggiata agli occhi di chi ha letto queste righe, credo che la responsabilita' sia dei termini di servizio discutibili imposti dal portale e non di chi si prende la briga di leggerli e commentarli.

"you agree not to use the Service or the Site to [...] upload, post, transmit, share, store or otherwise make available content that, in the sole judgment of Company, is objectionable or which restricts or inhibits any other person from using or enjoying the Site, or which may expose Company or its users to any harm or liability of any type".

7) Possono sbatterti fuori anche senza nessun motivo o spiegazione

E qui nasce un dubbio atroce: ma visto che questa clausola ti da' piu' potere di tutte le altre non facevano prima a riassumere i termini di servizio in una sola riga? Sarebbe bastato un semplice "iscrivendoti a questo servizio tu accetti che noi facciamo quel cacchio che vogliamo. In questo modo puoi fare cio' che vuoi fino a quando te lo permettiamo".

"The Company may terminate your membership, delete your profile and any content or information that you have posted on the Site or through any Platform Application and/or prohibit you from using or accessing the Service or the Site or any Platform Application (or any portion, aspect or feature of the Service or the Site or any Platform Application) for any reason, or no reason, at any time in its sole discretion, with or without notice"

E ora che faccio? Continuo a usare Facebook come se nulla fosse, abbandonando le decine di amici con cui mi sono collegato nel frattempo, oppure faccio un passo indietro e ritorno all'epoca in cui i miei contatti virtuali erano un elenco di email contenute nel file AMICI.TXT ?

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